Durante il nono secolo l’azione svolta da quattro importanti abati contribuì ad accrescere il prestigio dell’abbazia ed entrò a far parte della strategia politica carolingia; solo l’assalto dei popoli barbari interruppe questo felice momento nel 926.
Gozberto ricostruì l’abbazia tra l‘829 e l‘837, ma prima di iniziare l’opera aveva ricevuto la pianta di un’abbazia disegnata su una pergamena e di grandezza inconsueta. Il progetto, pur non essendo stato realizzato, costituisce un documento eccezionale per le dimensioni e per lo stato di conservazione, rappresenta la sola testimonianza altomedioevale di un progetto architettonico studiato nei dettagli (offre inoltre un’esempio del ruolo del mittente e del destinatario nella prima metà del nono secolo). La pianta può essere considerata come un’esempio di un progetto redatto in ottemperanza ai dettami della riforma monastica stabiliti durante le sedute dei Sinodi di Aquisgrana.
la pianta del monastero di San Gallo disegnata sulla pergamena mostra un insieme di edifici che gravitano attorno alla chiesa abbaziale; la chiesa tuttavia rimane l’elemento di maggiore rilievo, essa è munita di due absidi contrapposte, ma l’orientamento risulta evidente dalla presenza di tre altari nell’abside orientale; questo coro è preceduto da un ambiente rettangolare (secondo una disposizione già apparsa a Fulda), sotto il quale si estende una cripta ad aula (con un’ampio deambulatorio quadrangolare voltato a botte); l’interno della basilica è a tre navate articolate su pilastri, in complesso accolgono 12 cappelle, il tutto diviso da una moltitudine di transenne.
Nella disposizione delle fabbriche monastiche indicate nella pergamena si riscontra un sistema uniforme di misurazione basato su un modello di base pari a 40 piedi, corrispondente al lato del quadrato del vano di crociera della chiesa; partendo da questo modulo si ottenevano tutti i vari sottomoduli che costruivano l’intero impianto nei particolari. I progetti vennero solo in parte realizzati.
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