Il primo edificio nel quale le nuove concezioni figurali trovano compitamente forma viene indicato nella ricostruzione dell’abbazia di Saint-Denis nel 1231; il nuovo tipo di pilastro utilizzato è costituito da un nucleo cruciforme allungato, fasciato da una fitta serie di colonnette (ciascuna delle quali corrisponde ad una modanatura dell’archivolto o ad una nervatura della volta) che trasformano la struttura plastica dei sostegni in un intenso gioco puramente grafico (l’intero disegno della navata si riassume ormai in un intreccio di linee sottili). Ancora più importante è il nuovo disegno del triforio e delle finestre, uniti come ad Amiens in un’unico enorme pannello, perché i listelli di pietra che articolano la finestra in quattro lancette sono gli stessi che ritmano gli archetti del triforio; questi ultimi cioè, diversamente da Amiens, ripetono la partitura soprastante; infine la sintesi tra finestra e triforio si realizza a Saint-Denis, nella sintesi dei due piani in un’unica superficie luminosa, anche se le vetrate del triforio sono poste in una posizione più arretrata per conservarne l’autonomia.
L’idea di trasformare la parete superiore in una superficie completamente lumino sa ebbe un’immediato successo, anche se la soluzione impose la rinuncia dei consueti tetti spioventi per le navatelle e con il conseguente ricorso a soluzioni artificiose e non sempre prive di inconvenienti.
Anche all’esterno le soluzioni di Saint-Denis risultano esemplari, all’effetto di filigrana raggiunto nella navata centrale, l’architetto contrappone all’esterno un trattamento molto semplice dei volumi, cadenzati da robusti contrafforti e larghe superfici murarie nel transetto; ne deriva un sostanziale effetto di solidità, cui contribuiscono anche la rinuncia al gigantismo estremo e la scelta di proporzioni più equilibrate.
In questo periodo prende piede il tema delle ghiberghe, come si vede nelle testate dei transetti di Notre-Dame di Parigi.
Il modello compositivo dei transetti parigini, basato sulla successione di superfici traforate applicate l’una all’altra, e di leggeri risalti tra i diversi piani incontrerà un grande successo. Un cambiamento di progetto relativo alla parte superiore del coro inaugura una nuova fase costruttiva della cattedrale di Amiens (1254-69) nella quale vengono abbandonate le forme semplici e solide inpiegate nella costruzione del giro di cappelle sottostanti, in favore di un linguaggio più mosso; all’effetto contribuiscono gli innumerevoli pinnacoli, la nuova conformazione degli archi rampanti ed i contrafforti articolati in pianta secondo tre direzioni (è tutto un frantumarsi e moltiplicarsi di forme in elementi minuti e diversi).
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