L’abbazia di Centula (Neustria)


L’altra abbazia importante dell’epoca di Carlo Magno è quella di Centula, costruita negli anni dell’apogeo di Carlo Magno; esisteva già un’abbazia più antica, ma questa venne ricostruita dal nobile Angilberto, grande collaboratore di Carlo Magno, che gliel’aveva donata come ricompensa per i suoi servigi. Ricostruita l’abbazia, questa viene consacrata nell‘801, diventando una tra le più importanti del regno, non a caso era una delle poche abbazia che esercitava laudes perpetuae.
La chiesa è molto modificata rispetto al periodo carolingio, fortunatamente ci sono delle fonti iconografiche e scritte che ci permettono di avere una visione chiara del progetto, tutte la parti della chiesa erano funzionali allo svolgimento della liturgia stazionaria e munita di tutti quelli elementi necessari della vita monastica (secondo alcune fonti descrivono una comunità di 2500 case); vi erano tre chiese principali e cinque cappelle, in quanto le processioni partivano dall’abbazia e si svolgevano nel territorio circostante (dove vi erano anche delle tettoie e portici) toccando tutte le cinque (anche se di cappelle ce n’erano altre sette).
La disposizione è particolare in quanto tutta l’impostazione del progetto è animata da un significato religioso legato in primo luogo alla Regula Canonicorum ed in secondo luogo sempre ai numeri sacri (3, 7 e 12), quasi con il desiderio di trovare conforto in questi testi antichi, e anche nelle processioni i monaci si disponevano secondo questi numeri; tutte queste cose le conosciamo attraverso due testi, il Chronicon Centulense ed il Libellus Angilberti. 
La chiesa abbaziale di San Riario e del Salvatore si sviluppava longitudinalmente per 80 metri; essa concentrava la sua forza monumentale su due torri rotonde quasi identiche, formate da un tamburo cilindrico coronato da una lanterna a tre piani, simmetricamente disposte alle estremità della navata principale (il tutto probabilmente costruito in legno). A questi due corpi ne erano giustapposti altri due, ai quali si accedeva attraverso torri scalari. La chiesa era preceduta da un grande quadriportico, il quale si presenta in una maniera più complessa in quanto presentava tre ingressi sormontati da cappelle, formando delle vere e proprie torri.
Dopo che si ha attraversato la porta principale si entra in una struttura molto complessa, si tratta di una sorta di sala ipostila, un’ambiente ricco di colonne e pilastri collegati da volte a  crociera; questa struttura così complessa è chiamata cripta salvatoris, in quanto nella parte centrale c’è un reliquiario; il fatto di essere così configurata la fa sembrare una cripta.
Le volte di questa cripta sostenevano una tribuna superiore alla quale si accedeva attraverso le torri scalari, qui si trova il seggio imperiale, mentre sul lato occidentale si trovano delle arcate che permettono all’imperatore o al vescovo di assistere alla cerimonia; questa tribuna funge da vera e propria chiesa perché si trova anche qui un’altare dedicato al Santo Salvatore e come tale veniva utilizzata durante la settimana santa; sopra questo si trovava anche un secondo piano (si tratta quindi in generale di un westwerk).
Il corpo centrale è coronato da un volume e si afferma ancora una volta la bipolarità delle costruzioni, regolata attraverso due masse alle estremità, rimane un problema riguardante l’importanza di queste due parti, dal punto di vista formale differenze non ce ne sono, dal punto di vista religioso si, il volume d’ingresso occidentale è più importante in quanto qui si trova l’altare del San Salvatore, posto in una posizione più elevata.
L’articolazione della zona absidale con un giro di colonne ricordava direttamente la chiesa del santo sepolcro a Gerusalemme (tutto filtrato attraverso la mentalità carolingia); secondo un’interpretazione i due altare maggiori della chiesa sarebbero altresì assimilabili da una parte al Martyrium e dall’altra alla rotonda dell’Anastasys, con il corpo basilicale che univa le due entità, anche se l’orientamento in questo caso è ad ovest, mentre nelle chiese costantiniane è ad est.

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