L’Architettura medioevale periodo pre-romanico


Questo è il periodo nel quale abbiamo inserito sia l’architettura carolingia che quella asturiana, questa età è così chiamata perché anticipa alcuni caratteri del romanico mentre, come vedremo, il proto-romanico è prossimo alla nascita del romanico. Il periodo pre-romanico segna una rottura con la tradizione tardo antica, rottura mediata dalla cultura cristiana, ma sopratutto dall’apporto barbarico che aveva arricchito l’architettura di nuovi elementi, in particolare il mondo barbarico dell’europa occidentale. Sicuramente la tradizione celtica è quella che in questo momento comincia ad affacciarsi ad una realtà più aperta modificando le sue forme architettoniche.
Questi popoli hanno un rapporto con i popoli romani, da una parte c’è il desiderio di prevalere sull’antico impero e dall’altra c’è una sorta di attrazione verso questo mondo. Tra le due componenti l’adesione a temi antichi alla fine è quello che prevale, in quanto era frutto da una serie di elaborazioni di un linguaggio coerente. L’architettura barbarica era un’architettura nomade, che non aveva il tempo di radicarsi ed apparire in maniera completa, in questo insieme di culture variegate la dinastia carolingia nei territori dell’europa e la dinastia asturiana nella parte settentrionale della Spagna si impongono gradualmente. Le due entità presentano caratteristiche distintive, il primo è molto esteso, mentre il regno asturiano era molto limitato e vive in una condizione particolare circondata da tutti i lati e dall’emirato mussulmano che faceva capo a Cordoba).

Per quanto riguarda l’impero carolingio la sua massima espansione si verifica sotto il regno di Carlo Magno, mentre il primo fondatore della dinastia era il padre Pipino il breve, figlio a sua volta di Carlo Martello (franco di origine e cortigiano della dinastia merovingia). Durante il regno di Pipino si fondano le basi di questo nuovo regno, preparato a sua volta dal padre Carlo Martello, il quale aveva approfittato della debolezza dell’ultimo re merovingio. Pipino era abbastanza abile ma debole dal punto di vista dell’azione di comando (non riconoscevano l’autorità imposta), l’unico che poteva era il papa con il famoso rito dell’unzione che  secondo la tradizione era la possibilità di dare alla famiglia questo valore dinastico. Nulla di questo accadeva per Carlo Martello e Pipino, bisognava che il papa concedesse questo riconoscimento, considerato come atto essenziale per avere il riconoscimento dagli altri feudatari. Questo momento è anche preparato da altri personaggi due anglosassoni e un Pirmino (tutti dei monaci che sviluppano l’azione evangelizzatrice) e Winfred-Bonifacio; nomi con i quali erano stati battezzati, Clemente è quello che arriva per primo in territorio franco ed esercita una azione evangelizzatrice intensa, sopratutto nella parte settentrionale che non intendevano riconoscere alcuna autorità (regione del Frisoni), assoggettati e cristianizzati al punto di fondare una diocesi alla quale viene insediato lo stesso Clemente. Bonifacio era l’allievo e il papa lo investe dell’incarico del palium, il quale diventava delegato del papa in un determinato territorio, in particolare si stanzia a Fulda, dove fonda una serie di monasteri (tra i più importanti del periodo carolingio). Il carattere prevalente dell’architettura di questo periodo è un’architettura di corte, prodotta da mecenati che gravitano nelle corti del tempo.
Bonifacio è quello che appoggia l’ascesa al potere di Pipino il breve, ma muore ancora prima e due altri personaggi sono Fulrado (St. Denis - Neustria) e Crodegango (Metz - Austrasia) ne prendono il posto. Questi due abati, regolando il territorio aiutano Pipino III ad assumere questo ruolo di re in una maniera graduale, innanzitutto vogliono il riconoscimento dei vescovi del regno, e lo ottengono nel 751 con una dieta a Soissons, in seguito bisognava ottenere quella del papa. I due allora si recano a Roma e introdotti nella curia preparano questo evento (con papa Zaccaria, che però muore), trattano quindi con Stefano II che diventa papa nel 752, si riprendono le trattative basate su rapporti di convenienza specifica, al papa premeva la difesa del suo territorio da parte dei longobardi e bizantini, in particolare i longobardi davano molto più fastidio in quanto avevano un re molto ambizioso ed erano relativamente vicini.
Il regno franco promette la difesa dei territori papali dal pericolo longobardo e la garanzia che in terra franca le antiche credenze religiose sarebbero state sostituite con il rito ortodosso. Sulla base di questa alleanza si stabilisce un patto, il papa si reca a St. Denis in modo che questa chiesa avvenisse l’incoronazione di Pipino con il rito dell’unzione. nello stesso tempo Stefano II parte da Roma e arriva a destinazione nel 754, dopo un viaggio di circa due anni; il suo spostamento crea delle conseguenze in quanto il papa sostando nei monasteri si adopera per introdurre la liturgia romana.

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