Le principali motivazioni che nell’Occidente europeo hanno originato la conformazione
della chiesa romanica, rispetto ai caratteri dell’edilizia religiosa dei secoli precedenti,
riguarda la generale necessità di ampliare e sistemare diversamente l’area del presbiterio,
sia per ricavare lo spazio necessario per il clero (ormai molto numeroso), sia per
consentire un’officio maestoso e solenne dei riti, dapprima distribuite in tutta la chiesa ed
ora concentrate nell’altare maggiore. La risposta a tale esigenza si trova nella forma
assunta dal coro, che diventa coro deambula di sempre maggiori dimensioni.
la seconda motivazione si riferisce al modo di concepire ed immaginare l’edificio religioso, che diventa momento centrale e determinante della vita dell’uomo medioevale; l’oggetto architettonico è quindi sentito come una struttura che gradualmente tende a diventare forma, composta da una massa muraria grave e forte, articolata secondo membrature poste a scandire lo spazio.
Secondo formula sommaria e semplicistica, la formazione dell’architettura romanica può essere assimilata alla trasformazione della basilica cristiana, che è un’edificio dotato di un sistema strutturale discontinuo e coperto a tetto, ad una fabbrica interamente coperta a volte, tale da presentare una completa continuità di strutture murarie, anche se il processo di trasformazione è molto lungo ed articolato, giungendo a maturazione soltanto nella seconda metà dell’XI secolo.
la seconda motivazione si riferisce al modo di concepire ed immaginare l’edificio religioso, che diventa momento centrale e determinante della vita dell’uomo medioevale; l’oggetto architettonico è quindi sentito come una struttura che gradualmente tende a diventare forma, composta da una massa muraria grave e forte, articolata secondo membrature poste a scandire lo spazio.
Secondo formula sommaria e semplicistica, la formazione dell’architettura romanica può essere assimilata alla trasformazione della basilica cristiana, che è un’edificio dotato di un sistema strutturale discontinuo e coperto a tetto, ad una fabbrica interamente coperta a volte, tale da presentare una completa continuità di strutture murarie, anche se il processo di trasformazione è molto lungo ed articolato, giungendo a maturazione soltanto nella seconda metà dell’XI secolo.
Il processo di formazione dell’architettura romanica sintetizzato e riassunto come la
progressiva conquista della capacità di costruire un organismo strutturato e coperto con
volte, secondo una forma articolata ed aderente alla funzione d’uso ed alla solidità statico-
costruttiva. Tale sviluppo è di consueto ipotizzato come uno sviluppo lento, svolto
attraverso diverse fasi successive, inoltre di fondamentale importanza sono le premesse
storiche che durante il Medioevo si possono riscontrare in varie parti d’Europa, infatti la
copertura di un’ambiente attraverso l’utilizzo di una volta, seppur di piccole dimensioni,
viene sempre considerato dagli architetti medioevali.
Un secondo motico è quello che indica ai costruttori del X secolo l’opportunità di realizzare
l’intera copertura impiegando le volte, per allontanare il pericolo costitutivo degli incendi,
mediante la sostituzione della muratura al legname. La terza ragione riguarda il desiderio
di assicurare i migliori effetti acustici al canto corale, funzione di fondamentale importanza
specialmente nelle comunità monastiche.
La chiesa romanica costituisce il risultato di un’impulso originario in cui l’uomo medioevale vuole raffigurare in un’immagine architettonica la manifesta tangibile presenza del divino nella vita quotidiana; l’espressione linguistica di tale richiesta è quella già detta e lungamente maturata nei secoli VII-X, che tende a tradurre la struttura muraria nei valori di massa plastica coerente ed omogenea, determinando il carattere e la qualificazione figurale dell’edificio.
La chiesa romanica costituisce il risultato di un’impulso originario in cui l’uomo medioevale vuole raffigurare in un’immagine architettonica la manifesta tangibile presenza del divino nella vita quotidiana; l’espressione linguistica di tale richiesta è quella già detta e lungamente maturata nei secoli VII-X, che tende a tradurre la struttura muraria nei valori di massa plastica coerente ed omogenea, determinando il carattere e la qualificazione figurale dell’edificio.
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